Arrow menu
autoritratto / impastare il tempo / introduzione
Fullscreen
# 12.01

Introduzione


RIMPASTARE, ACCELERARE, RIPERCORRERE, RITORNARE...

DAL TEMPO LINEARE AL TEMPO IMPASTATO

“Ho ripreso il lavoro con sufficiente regolarità, ma progredisco con incredibile lentezza. Passo ore e ore su un certo numero di frasi che domani sconvolgerò tutte.”
(Dal "Diario" di André Gide, 1904)


Questo è un capitolo nel quale cerco di centrare tutte quelle dimensioni legate al tema del tempo nel mio lavoro.

Per anni ho agito seguendo una certa consequenzialità del tempo. Le cose si sono sviluppate in un andamento lineare, ininterrotto e uniforme.

Poi ad un certo punto qualcosa è cambiato. L'ordine si è invertito, sovrapposto, amalgamato, accelerato, ripreso a più sequenze.

Non solo quindi un tempo lineare che procede inesorabilmente da sinistra verso destra, ma anche un tempo che torna indietro, ripercorre un tracciato, si impasta, accorcia le durate e alcune volte si annulla.

Questa è la definizione di “Tempo” che ho dato all’interno del mio glossario:
Dimensione costituita dalla coesistenza di due percezioni, quella lineare e quella ciclica. Dal tempo ininterrotto che determina l’esistenza un giorno dopo l’altro a quello ripetitivo fissato dalla ritualità del fare. È all’interno di questa entità che si dipana, attraverso il concretarsi della materia-colore, l’estensione della vita.
Dalla ciclicità della ciotola che ritmicamente torna sempre al rosso, al continuum del processo consequenziale di un colore dopo l’altro nei “Diari”, alla fissità di un gesto ripetuto sempre sullo stesso punto nel “Quadro infinito”, al processo di formazione delle “Sedimentazioni” che da un lato segue un andamento lineare e potenzialmente infinito e dall’altro un ritmo circolare che ripartendo sempre dallo stesso punto - ogni tela comincia dal rosso – ritorna anch’esso ciclicamente su sé stesso.
Ma le cose non sono mai sempre così univoche, precise e definite, alcune volte si esce da un sistema chiaro e semplice e si aprono nuovi modi di percepire e di rappresentare rendendo le questioni sempre più complesse.
In questo capitolo si parla oltre che dei punti centrali del mio lavoro anche di quelli marginali, di quei momenti dove si affermano altri modi di percepire il tempo. Dall’andare avanti imperterriti portando avanti le cose in qualsiasi condizione, all’interrompersi e al sospendere quando tutto viene determinato da momenti di interruzioni e discontinuità.

(Scritto nel 2015. Modificato nel 2022)
Fullscreen
introduzione-0
Betti mentre impasta acqua e farina per fare il pane
altro...
Venezia, casa Elisabetta Di Maggio, 2016