AUTORAPPRESENTAZIONE

“… questo, in fondo non è che uno sfogo. Gli uomini hanno bisogno di dire a qualcuno ciò che pensano o di metterlo, più o meno correttamente, su la carta.”

(Dal Diario di Giuseppe Dessí, 27 dicembre 1926)

“Gaspard Lacroix è venuto a prendermi e siamo andati da Corot (…) Un pittore bisogna vederlo a casa sua per avere un'idea del suo merito.”

(Dal Diario di Eugène Delacroix, 6 marzo 1847) 

“Vivere pienamente, verso l'esterno come verso l'interno, non sacrificare nulla della realtà esterna a beneficio di quella interna, e viceversa: considera tutto ciò come un bel compito con te stessa.”

(Dal Diario di Etty Hillesum, 1941-1943)

All’interno di questo capitolo parlo del luogo stesso nel quale ci troviamo. É lo spazio che ho immaginato, come una connessione tra il dentro e il fuori. Lo intendo come una fessura tra il mio mondo interiore e il mondo esterno.

Per paura di essere fraintesa, di sentirmi ridotta a solo quello che la percezione dell’immagine rimanda, ho voluto tentare di avvicinare la parola al mio lavoro. Una parola, non tanto come spiegazione e interpretazione, quanto come ragionamento e annotazione attorno alla successione degli eventi, che cammina accanto al gesto, al processo.

Un organismo in movimento che terrà sempre aperta la possibilità di mutare la visione delle cose. Uno spazio di ricerca dove oltre alle opere realizzate, pubblico anche le mie sperimentazioni, le cose che non hanno ancora preso una forma precisa nella realtà o che mai la prenderanno.

(Scritto nel 2016. Modificato nel 2019)