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# 17.01

Introduzione



STARE IN MEZZO AGLI ALTRI 

PENSARSI CON GLI ALTRI

Passato la sera a lottare con la volontà. Troppo fiacco per lavorare, svogliato per leggere, agitato da un senso di vaga e spaventosa inquietudine. Non riuscendomi di star fermo sulla sedia, presi a girare intorno alla tavola continuamente, come uno scoiattolo in gabbia. Avrei voluto andare da qualche parte, parlare con qualcuno, trovarmi fra esseri umani.
(Dal "Diario" di W.N.P. Barbellion, 13 ottobre 1914)
 
In che cosa si ha oggi una vita comune? In che cosa una <<magnificenza>> alla quale, al di là delle ingiustizie, si partecipi tutti?
(Dal “Diario in pubblico” di Elio Vittorini, Luglio 1946)
 


Laboratori, seminari, insegnamento, mostre collettive, residenze con artisti, lavori di gruppo, azioni di gruppo, portare gli altri dentro il proprio spazio, entrare in quello degli altri…

Dallo spazio introspettivo, appartato allo spazio comune, condiviso. Dalla pratica solitaria a quella comunitaria.

Se un modo per uscire dall’isolamento è quello di aprirsi al dialogo, alla relazione a due (ne parlo nel capitolo “Incontrare l’altro”), ce n’è un altro che è quello del gruppo, quello dello stare con gli altri per formare una collettività.

Non esisto da sola, ma esisto in relazione agli altri che mi aiutano a capire chi sono, a darmi forza, a dare un senso a ciò che faccio.

Sono stata spinta ad agire da un desiderio di condivisione cercando di coinvolgere altre persone portandole direttamente dentro al mio mondo.

Ho tentato, a partire da quello che sono, di innescare un processo, di costruire un terreno comune dove far emergere le singole individualità.

Alcune volte mi sono inserita in gruppi già esistenti trovando la mia dimensione, altre volte li ho determinati io stessa cercando di rispettare e ascoltare sempre le differenze dei singoli individui.

Come stare gli uni accanto agli altri? Cercando di trovare una cadenza, un ritmo costante, da un lato il rapporto con la propria soggettività e dall’altro con la relazione collettiva.

Da uno a uno, da uno all’altro, dall’altro al gruppo e poi di nuovo dal gruppo al proprio nucleo individuale. Non sempre soli e non sempre insieme. 
 
IN PROSSIMITÁ
Si parte dal proprio respiro. Si crea un nucleo, un grumo concentrato. Si sta lì attorno.  Si comincia da ciò che si conosce e poi lentamente ci sia allontana e si prova ad allargare il cammino nel piacere di perdersi. Un punto che piano piano si allarga, si espande e mi allontana per andare a toccare altri e altre. Rimango sempre in prossimità. Rimango sempre lì attorno. É rimanendo sempre in prossimità del nucleo che trovo il modo di incontrare l’altro. Ogni tanto interrompo: una passeggiata, una conversazione, poi ritorno e lascio un’altra traccia, un altro colore. Rimango accanto, concentrata, vicina, vicina alla cosa, vicina agli altri.

(Scritto nel 2017)
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