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Impronta Carte/Diario 1998-2010

Descrizione e interpretazione opera
La carta che proteggeva il tavolo su cui ho lavorato per 12 anni alla mie carte con pastelli ad olio. Ciò che sta dietro al lavoro. Ciò che non vediamo, ciò che rimane, lo scarto, l’accumulo della materia attorno al farsi della pittura. La stratificazione del tempo, dell’esperienza. La traccia, la sedimentazione del “fare” di 12 anni. Il luogo che è stato del procedere e del ragionare attraverso il colore si è trasformata in una tavolozza-sindone. Il contatto che ha generato la traccia, “Il contatto di un’assenza” secondo la definizione di Didi-Huberman (La somiglianza per contatto, Bollati Boringhieri, Torino 2009).

“Nella sala delle sinopie, Maria espone l’opera Impronta. Si tratta della carta che ha protetto il tavolo su cui ha lavorato le sue carte per 12 anni (parte delle quali anche presenti in mostra). Il grumo più spesso è il punto dove la carta si appoggiava e gli schizzi disegnano la memoria della gestualità e dell’energia di quel fatto artistico; poco più in là ci sono le ombre delle carte lasciate ad asciugare. Dalla memoria conservata nelle diverse impronte, emergono gli intrecci di storie e tecniche diverse di cui si compone l’opera. Come tutte le impronte anche questa risuona di qualcosa che non c’è. L’artista riconoscendo la via dell’esperienza, ha “visto” sulla carta le tracce della vita, del tempo accumulato, e quelle del suo stesso fare confermandogli uno statuto di artisticità. Come spesso, nella storia dell’arte, il “simulacro” dell’opera, così come quello del nostro corpo, si è trasformato nella documentazione simbolica d’una creatività latente o già evidente. Viene in mente Piero Manzoni, e sappiamo che l’impronta ha riscosso una fortuna notevole nella sperimentazione dei linguaggi contemporanei, trionfando con Marcel Duchamp. L’impronta, nell’arte, è diventata qualcosa di più del semplice calco che serviva a dare forma ad una traccia, Didi Huberman ne ha analizzato tutta la portata simbolica e la potenza metaforica partendo dall’importanza del contatto (il piede che sprofonda nella sabbia), ma mettendo in risalto la perdita (colui che cammina non è più presente) e la relazione fra la memoria e il presente...”
Chiara Bertola, in «L’unità di misura è il colore» (Silvana Editoriale, 2010)
Descrizione e interpretazione serie
Impronte
Durante il percorso si formano delle impronte, si accumula materia. Muoversi, agire, attraversare lo spazio, depositare colore, tracciare dei segni, tutto ciò lascia cadere dietro di sé delle parti. Ciò che rimane durante il tragitto costituisce qualche cosa in parallelo e segna il passaggio dell'esperienza. Mi giro all'indietro, vedo la scia che ho lasciato e riconosco qualcosa.

Descrizione e interpretazione tipologia
Carta
Opere pittoriche su carta realizzate con acquerelli, carboncino, grafite, diverse tipologie di pastelli e pittura a olio e acrilica

Connessioni Concettuali
Dati
Autrice
Morganti, Maria
Anno di realizzazione
2010
Luogo
Venezia
Tecnica e materiali
Pastelli a olio e oil stick su tre fogli di carta da pacco
Tipologia
Carta
Serie
Impronte
Numero Archivio
2010_Carta_Impronte_001
Dimensioni
140 x 252,5 cm
Status Opera
Realizzata
Fullscreen
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Ph. F. Allegretto
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Dettaglio
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Dettaglio mentre lavoro
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Il lavoro installato nel Museo di Castelvecchio a Verona
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