Si tratta di un grande oggetto contenente le “Sedimentazioni”, concepito in relazione agli altri due “Archiviatori”: la “Diarioteca” e il “Quadro Infinito”. Il “Sedimentario” ha la funzione di essere al tempo stesso un generatore, una traccia e un deposito. É un generatore, un laboratorio, perché è lì che vengono dipinte le “Sedimentazioni”, è lì sulla parete di fondo che si forma la pittura. È una traccia perché su quella parete si registrano a mano a mano le impronte dei quadri diventando in questo modo una specie di simulacro del passaggio dell’azione pittorica. É un deposito perché è lì dentro, nello spazio costruito dietro la parete, che si raccolgono tutte le “Sedimentazioni”, (cominciate nel 2000) immagazzinate nel mio studio. Diventa in un certo senso uno strumento di misurazione, un misuratore di quantità. La capienza del contenitore determina la materia che il tempo deve formare a poco a poco. Il “Sedimentario” è in continua trasformazione, come un magazzino che sempre si svuota e sempre si riempie di nuovo. Aiuta a trovare la giusta misura. Non bisogna mai lasciarlo vuoto, ma allo stesso tempo non bisogna mai eccedere. Come un flusso in cui la materia prodotta va e viene, segue il ritmo, non si accumula e se ne va. Dal 2020 il Sedimentario è stato sopraelevato su una pedana-carrello di circa 40 cm per essere integrato a tutte le altre parti del “Luogogesto”.
Per ulteriori informazioni:
Genesi e sviluppo del Sedimentario