Quando sono stata invitata nel 2020 da Cecilia Canziani, Lara Conte e Paola Ugolini, le curatrici della mostra “IO DICO IO” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma a pensare ad un lavoro in relazione all’Archivio di Carla Lonzi, dopo avere affondato le mani dentro a quel ricco mare di materiali, ho pescato il primo diario di Carla Lonzi cominciato all’età di 13 anni.
La prima pagina del quaderno datata 1° gennaio 1945 comincia così:
“Avevo tanto desiderato di possedere un quadernino per scriverci via via il mio diario, finalmente l’ò avuto.”
È così che ho letto queste parole, come fossero l’inizio di una scrittura che traccia il solco di un percorso destinato a durare una vita intera, un lungo cammino nel tentativo di riuscire a costruire uno spazio dove stare e dal quale affermare la propria presenza nel mondo.  
Queste parole che hanno risuonato dentro di me e che ho riconosciuto come se fossero state scritte anche per conto mio, hanno determinato il mio piccolo gesto di accostare con semplicità, per vicinanza, per assonanza, le nostre due scritture, il mio diario di colori al suo diario di parole.

(Scritto nel 2021)