Istruzioni per l'uso

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Istruzioni per l'uso

Tento di tracciare qui alcuni punti utili a destreggiarsi nella consultazione di questo archivio così complesso, cercando di esplicitare in sintesi la sua ossatura e soffermandomi su alcune parole chiave, sulla definizione di alcuni concetti fondamentali e su alcuni termini che possano aiutare a compiere una ricerca.
Il modo in cui ho strutturato l’archivio parla di come io stessa percepisco, vedo e analizzo tutto quello che ho fatto.
 
STRUTTURA E COLLEGAMENTI
L’archivio composto da migliaia di schede è strutturato in tre parti: Opere, Esposizioni, Documenti.
Ogni scheda che cataloga un dato documento, una data esposizione e una data opera è correlata di tutte le informazioni che la riguardano. Dall’interno di ogni scheda è possibile collegarsi direttamente ad altre corrispondenti collocate in altre parti dell’archivio.
Facciamo un esempio: All’interno della scheda di un’opera si può trovare l’elenco delle esposizioni dove è stata esposta, tutti gli articoli dove è stata citata e tutti i libri dove è stata pubblicata. Cliccando su ogni singolo dato ci si può dirigere direttamente, appunto, alla scheda di quell’esposizione e alle schede dei documenti corrispondenti.
 
VISUALIZZAZIONE
La visualizzazione di questa grande massa di dati avviene in tre modi. La prima tramite l’intero elenco (nel quale sono visibili i dati principali su una linea orizzontale) che scorre in verticale, dall’alto verso il basso. La seconda visualizza solo le immagini, senza alcuna parola. La terza entrando direttamente dentro ogni singola scheda.
Queste modalità tengono in considerazione tre concetti: l’importanza della lista come qualcosa che non tralascia nulla e mette ogni cosa sullo stesso piano; il ragionamento visivo che riconduce ogni cosa all’immagine; l’approfondimento tramite il dato oggettivo della didascalia e il testo descrittivo interpretativo che considera più importante andare a fondo che rimanere sulla superficie delle cose.
 
RICERCA
La ricerca può avvenire fissando nella colonna di sinistra un parametro o più parametri contemporaneamente scegliendo per esempio tutte le opere verdi dipinte nel 2003 oppure tutte le esposizioni collettive curate da un certo curatore.
Altrimenti si possono ordinare i dati cliccando sulle parole in alto della colonna principale. Facciamo un paio di esempi: cliccando una prima volta sulla parola “Tipologia” le opere si organizzano seguendo l’ordine alfabetico dalla A alla Z o se clicco una seconda volta, dalla Z alla A. Così come se si digita la parola “Datazione” tutto si organizza in ordine cronologico dalla prima all’ultima e se digito una seconda volta dall’ultima alla prima.
La ricerca, oltre ad essere ovviamente uno strumento di analisi scientifica, è anche il punto attraverso cui, tramite alcuni parametri particolari riesco ad indicare la mia idea totale del corpo-lavoro.
Da questo modo di organizzare e visualizzare il materiale sono nate delle vere e proprie opere.
 
NUMERO DELLE SCHEDE
Per ottenere il numero totale delle schede dell’archivio basta cliccare sulle parole sopra la colonna principale (per esempio “Tipologia”). Il numero compare sotto “Ricerca per”.
Il numero totale delle schede dell’archivio web pubblico non è lo stesso di quello privato perché non ogni cosa è resa accessibile a tutti.
 
SCHEDE ARCHIVIO
All’interno di ogni scheda si trovano: i dati che compongono la didascalia, quelli che servono all’identificazione nell’archivio, la descrizione dell’opera o dell’esposizione o del documento, la descrizione della serie di cui l'oggetto fa parte e diverse immagini. Nello spazio dedicato ai contenuti alcune volte si può trovare un link che porta direttamente al testo, all’audio o al video che è il soggetto della scheda. Quando il materiale non è presente è perché non si sono avuti i permessi di pubblicazione. Nell’archivio privato, dove i dati sono circa il doppio di quello pubblico, sono contenute anche queste parti.
 
 
 
DATI ATTRIBUITI ALLE OPERE, DOCUMENTI ED ESPOSIZIONI E PARAMETRI DI RICERCA:
 
SELEZIONATE DALL’ARTISTA
Per aiutare ad una visione sintetica del mio lavoro ho fatto una selezione delle schede più significative.
In basso alla colonna che riguarda la ricerca c’è la possibilità di selezionare opere, esposizioni, documenti attraverso il mio personale punto di vista, cioè quello di chi fa l’opera.
Mi piace immaginare che in un futuro possano nascere però anche altre forme di selezione fatte da altri interpreti.
 
NUMERO ARCHIVIO OPERE
Il numero d’archivio è come fosse il DNA dell’opera. È ciò che le permette di essere rintracciata nell’archivio in maniera univoca. Di ogni numero d’archivio infatti ce n’è esclusivamente uno. Se ne dovesse comparire un altro identico significherebbe che di una certa opera ne è stata fatta una copia, un falso.
 
COLORE OPERE
Ad un certo punto ho considerato importante attribuire ad ogni opera il parametro che lo riconduce ad un colore specifico. Questo ha fatto sì che emergesse un ragionamento, un andamento che si è andato a delineare nel tempo attraverso il farsi dei colori nelle opere pittoriche. Una scrittura fatta di colori anziché di parole.
 
DIMENSIONI OPERE
Nella ricerca a tendina si sono volute rendere evidenti tutte le dimensioni precise delle opere, soprattutto per dare la possibilità di ricercare le “Sedimentazioni” attraverso le quattro dimensioni che le definiscono: 18 x 16 cm, 60 x 50 cm, 110 x 90 cm, 180 x 160 cm. Questi quattro formati mostrano che la misura del dipingere è determinata dalla misura del corpo: mano, ritratto, mezzobusto, corpo intero e che proiettano nello spazio una certa visione della pittura: il frammento, la pittura che si può tenere in una mano, il ritratto o autoritratto e la presenza del corpo tutto intero.
 
STATUS OPERA
All’interno di questo spazio si intende ragionare sul concetto, insito in ogni opera, di tempo, di fisicità, di immaginazione e sulla possibilità che ognuna ha di esistere o eventualmente anche di sparire. Qui si intende attribuire ad ogni lavoro la sua esatta condizione in un preciso momento. Questo Status è sempre potenzialmente modificabile proprio perché la natura concettuale e materiale dell’opera è sempre in perenne trasformazione.
Si vuole dare importanza a tutti quei lavori che nella realtà fisica non sono mai esistiti oppure sono esistiti una volta e adesso non ci sono più o ancora sono qui ma sono stati trasformati. Si vuole ragionare sulla possibilità che le opere possano esistere ancora e magari in altro modo, sul fatto che possano essere sempre in divenire e potenzialmente sempre rigenerate, cancellate, replicate, interrotte.
Per me ogni opera è in un certo senso sospesa, non finita, perché so che finché vivrò ogni cosa potenzialmente potrà essere sempre riconcepita, ripresa e ritoccata. Così come in perenne cambiamento e rimessa in discussione sono la documentazione e il racconto nel mio archivio. L’archivio è proprio il luogo dove registrare ogni trasformazione e dove rendere esplicito il fatto che ogni opera, anche se solo stata immaginata, sia un dato di fatto che permane al di là di tutto quello che gli possa succedere. È lo spazio in cui rendere possibile alla cosa di continuare ad esserci, anche al di là del fatto che quel qualcosa si è dissolto o non sia mai apparso, perché tutto è comunque traccia essenziale dell’attività del pensiero.
Realizzata
·       Le opere esistenti, realizzate.
Non realizzata
·       Le opere che non sono mai state realizzate. Progetti abortiti, falliti, impossibilitati ad esistere. I motivi per cui non sono state realizzate sono i più disparati: natura economica, qualcosa si è messo storto, qualcuno o qualcosa ha impedito la riuscita, rinuncia ad andare avanti, hanno perso ragione ragion d’essere, ecc.
Da realizzare
·       Le opere che sono già state pensate, concepite, ma che devono ancora essere prodotte.
Non più esistente
·       Le opere che non esistono più. Opere effimere, esistite solo per una breve durata (per esempio durante una mostra), distrutte per atti volontari o involontari, cancellate o sparite.
Replicata
·       Le opere esistenti, rifatte nello stesso identico modo. Le opere replicate, riproposte, riportate in vita in maniera identica.
Rigenerata
·       Le opere concepite e fatte nel passato, riattivate, riprese e reinterpretate nel presente cambiando qualcosa, eseguite in due tempi, ritoccate, rielaborate. Sono cioè le opere modificate e riportate a nuova vita in maniera diversa.
In divenire
·       Le opere in corso, in progress, cominciate e non ancora finite che portano al loro interno il senso della trasformazione nel tempo. Anche quando io non ci sarò più e quindi si interromperanno le lascerei comunque questa stessa definizione perché per me è importante lasciare il senso dell’apertura e non della conclusione.
Interrotta
·       Le opere che per qualche motivo sono state sospese e non sono state finite.
Replicabile
·       Le opere che già nel momento della loro ideazione prevedono la possibilità di essere ripetute nella loro essenza, anche eventualmente con parti differenti.
Alterata
·       Le opere che sono state cambiate nella loro forma inziale senza la volontà dell’artista. Opere che sono state trasformate da agenti esterni come, per esempio, l’intervento di qualcun altro, un accidente involontario, un incidente naturale.
 
ANNO (DATAZIONE OPERE)
All’interno di questa voce si fa una riflessione sulla datazione delle opere pensandole in base alla loro natura temporale. In alcuni casi viene indicato il momento in cui un’opera ha cominciato ad esistere, in altri il momento in cui è stata rimaneggiata, altri ancora viene designata la data in cui è stata conclusa. Devo dire che simbolicamente avrei voluto dare importanza più all’ideazione che alla realizzazione e tenere conto per ognuna la data in cui è stata pensata. Avrei voluto cioè insistere sull’istante in cui ha cominciato ad esserci nel pensiero prima ancora che nella realtà. Molte opere infatti nonostante abbiano avuto bisogno di un periodo lungo per essere realizzate esistevano, per me, già da tempo nel mio cervello.
Mi rendo conto però che la modalità descritta è insensata, difficile da definire come dato scientifico nella didascalia e quindi ho adottato, intanto, un sistema più comprensibile e oggettivo che descrivo qui sotto. Ho comunque voluto descrivere il sentimento con cui vivo questa questione, lasciandomi libera di rivedere eventualmente tutto il criterio di datazione nel futuro se mai dovessi trovarne di alternativi sufficientemente validi.
Opera realizzata
·       La datazione si riferisce al momento in cui l’opera si è realizzata nella realtà. (Va tenuto conto che prima c’è stata magari una lunga gestazione di cui non si tiene conto nella datazione. Molte volte prima di realizzarsi un’opera necessita di svariati anni.)
Tra queste opere sono incluse anche quelle che per un breve o lungo periodo sono state “in divenire”, ma che ad un certo punto si sono concluse. In questi casi la data fa riferimento al momento del compimento e solo nel titolo è presente sia la datazione dell’inizio che quella della fine.
Opera non Realizzata
·       La datazione si riferisce al momento in cui è stata pensata.
Opera da Realizzare
·       La datazione si riferisce al momento in cui è stata pensata.
Opera non più esistente
·       La datazione si riferisce al momento in cui è stata realizzata.
Opera replicata
·       Nel titolo viene indicata una doppia datazione. Quella del momento in cui è stata realizzata nella realtà la prima volta, e quella del rifacimento. Nella didascalia invece viene indicata solo quest’ultima.
Opera rigenerata
·       Nel titolo viene indicata una doppia datazione. La prima quando è stata realizzata nella realtà la prima volta. La seconda la datazione della modifica. Nella didascalia invece viene indicata solo quest’ultima.
Opera in divenire
·       Qui la datazione indica il momento in cui l’opera è cominciata ad esistere nella realtà. Questo dato entra a far parte anche del titolo che viene e indicato in questo modo: “Quadro infinito 2005 - (…)”
Opera interrotta
·       Qui viene presa segnalata la data nel momento in cui l’opera si è interrotta e non quello di quando è stata realizzata.
Opera replicabile
·       La datazione si riferisce al momento in cui è stata realizzata.
Opera alterata
·       La datazione si riferisce al momento in cui è stata realizzata.
 
TIPOLOGIA OPERE
Le tipologie indicano il materiale, la tecnica o la natura di cui sono fatte le opere. Quando ci sono opere fatte di due o più materiali, si sceglie quello che prende il sopravvento.
Ci sono poi delle eccezioni come, per esempio, la tipologia “Luogogesto” in cui la parola anziché indicare la natura materica indica piuttosto la natura concettuale.
 
SERIE OPERE
Le Serie indicano gruppi di lavori che seguono uno svolgimento lineare e mantengono nel tempo una caratteristica comune. Se la Tipologia indica il materiale, la tecnica, la natura dell’opera, la serie invece indica quasi sempre il concetto.
Per fare un paio di esempi: un'opera può essere tipologia “Pittura” e serie “Sedimentazioni” oppure tipologia “Pietra” e serie “Impronte”.
 
DESCRIZIONE OPERE
All’interno di questo campo che sta all'interno di ciascuna scheda di un'opera alcune volte c’è solo una descrizione oggettiva fatta dai collaboratori dell’archivio. Altre volte invece c’è un mio testo che parla di come ho lavorato e pensato quella data opera. Mi piacerebbe ad un certo punto che alla mia parola si accostasse quella più oggettiva di un archivista e un’altra interpretativa di un teorico che facesse vedere le cose sotto un diverso punto di vista.
 
CONNESSIONI OPERE
Questo campo, che nei primi tempi era solo privato, definisce delle parole che mi aiutano a fare delle riflessioni attorno ai lavori collegandoli l’un l’altro. Alcune volte alcune di queste definizioni spariscono perché sono andate a formare direttamente uno dei capitoli in “Autoritratto” o una nuova serie. Sono parole che scorrono parallele al lavoro. Associazioni, vicinanze con ciò che sento. Sinapsi, Collegamenti. Legami. Fili. Incroci di senso. Definizioni per costruire nuove narrazioni, per creare nuovi ragionamenti.
 
TIPOLOGIE E CATEGORIE DOCUMENTI
La tipologia del documento (conferenza, monografia, testo dell’artista, testo critico, ecc.), indica che cos’è un documento, di che genere si tratta.
La categoria (testo, digitale, audio, video, ecc.), definisce invece fisicamente cos’è un dato documento, la forma che assume.
Per fare un esempio: Un documento può essere tipologia “articolo” e categoria “testo”. Un altro può essere tipologia “intervista/dialogo” e categoria “audio”. Un altro ancora tipologia “manifesto” e categoria “intervento visivo”.
 
STATUS ESPOSIZIONE
Non realizzata
·       Sono tutti quei progetti abortiti, falliti. Non realizzati per diversi motivi: natura economica, io stessa ho rinunciato, qualcosa si è messo storto, qualcuno ha impedito la riuscita, ecc.
Realizzata e conclusa
·       Tutte le esposizioni esistenti, realizzate che hanno avuto un inizio e una fine
Da realizzare
·       Tutte le potenziali esposizioni che sono già state pensate, concepite, ma che devono ancora essere realizzate
Permanente
·       Sono tutte le forme espositive che permangono, che non finiscono mai
 
STATO DOCUMENTO
Realizzato
·       Tutti i documenti esistenti, realizzati
Non realizzato
·       Sono tutti quei progetti abortiti, falliti. Non realizzati per diversi motivi: natura economica, io stessa ho rinunciato, qualcosa si è messo storto, qualcuno ha impedito la riuscita, ecc.
Da realizzare
·       Tutti i documenti che sono già stati pensati, concepiti, ma che devono ancora essere realizzati fisicamente. Sempre potenzialmente da realizzare


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