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autoritratto / immaginare / introduzione
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# 20.01

Introduzione

IMMAGINARE

Tenere in sospeso

 “… situazioni in cui l’immaginazione che modella fittiziamente il passato, il futuro e gli oggetti lontani non riesce a colmare i vuoti. Essa tenta e non può. Slancio impedito.” 
(da i Quaderni di Simone Weil)
 “Ancora un sogno di volo, all’aperto, in alto su alberi, senza avere la sensazione di un prodigio.” 
(Da i Sogni di Arthur Schnitzler, 1921)
 “L’immaginazione, - non so cosa sia per Celpanov, ma per me: al confine tra anima e testa, appena un po’ pendente verso la testa.” 
(Da i Taccuini di Marina Cvetaeva)
 “Qui si può scrivere un libro, un libro intero, anche lunghissimo e sterminato, e anche più, < > del tempo e dello spazio dell’impedimento.” 
(Da “Quaderno a cancelli” Carlo Levi”)
 
 
C’è un momento in cui non si può far altro che stare dentro ad una condizione, farsi attraversare dall’esperienza, rimanere in silenzio e non produrre nulla.
Con un po’ di pudore si rimane reticenti nel fare apparire ogni pensiero che assume un profilo.
Quando le cose non possono determinarsi nella realtà, quando le cose esigono uno stato di sospensione, quando ancora non possono o non potranno mai posarsi su di un piano, allora si può tentare di costruire uno spazio dove lasciarle fluttuare, dove tenerle in uno stato di sospensione, dove provare solo ad immaginarle. Non necessariamente tutto deve nascere o può essere realizzato. Non sempre ogni atto si può formare o vuole essere formato. Alcune volte basta solo farlo esistere nella propria testa senza farlo calare nella realtà.
Il mio sito è il luogo dove si crea uno stato intermedio tra la mia mente e la realtà, che mi permette di vedere i gesti prima ancora che esistano o di farli apparire anche se mai effettivamente si concretizzeranno.
In questo capitolo si descrivono opere immaginarie, si parla di tutto quello che ancora non ha preso corpo o che mai lo prenderà.
Ci saranno paragrafi che resteranno sempre in uno stato di vaghezza e di fantasia, altri che invece spariranno perché si condenseranno in vere e proprie opere passando dall’immaginazione alla realtà.
I desideri si incrociano con le contingenze della vita che non sempre lasciano compiere l’azione fino in fondo, in altri casi si alimentano in questa condizione mentale, dove lo stare fermi e vedere davanti a sé galleggiare le cose aiuta a non doverle mai fissare in un punto statico, immobile.

(Scritto nel 2020)
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“Angelo”. Scultura lignea del ‘700 veneto, appartenuta a mio nonno Vincenzo. Sospesa nelle scale del mio studio nel punto di passaggio tra il piano terra dove si fa e si dipinge e il primo piano quello dove si riflette e si scrive.
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Venezia, studio, 2016