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# 25.01

Introduzione

MODIFICARE


Nascita, crescita e sviluppo delle opere-involucro.
Lasciare che i contenuti prendano la giusta forma e di conseguenza adattare le strutture che li contengono.


 
“Come Dedalo mi costruisco le ali: aggiungendovi, giorno per giorno, una penna”
(Dal “Diario” di Joseph Joubert, 1799)

 
Le cose necessitano di tempi lunghi per essere pensate e generate. Difficile quindi riuscire a datarle con precisione. Per realizzarsi hanno bisogno di seguire il corso naturale degli eventi e anche quando ad un certo punto si vengono a concretizzare, non finiscono mai di trasformarsi.
Se tutto il mio procedere è determinato da un andamento continuativo che porta lentamente ad una trasformazione della materia, del colore e del pensarsi all’interno di questo procedere, anche i dispositivi che servono a contenere e a permettere alla sostanza di formarsi, devono, anche loro, per forza, cambiare nel tempo. Devono cioè assestarsi allo smottamento interno, al peso del corpo e alla complessità dei pensieri. Quindi da un lato gli “Archiviatori” sfociati nel “Luogogesto” e dall’altra, il congegno per il ragionamento del “Sitomente”, si devono trasformare perennemente per adattarsi all’anima racchiusa lì dentro. Ciò significa che si deve partire dal soggetto interiore lasciandolo autonomo nel diventare ciò che deve diventare e non viceversa dal costruire una struttura e un metodo chiuso per imprigionare al suo interno il suo spirito. Bisogna lasciare, all’essenza, la possibilità di evolvere, aiutandola attraverso dei sistemi che riescano ad assisterla, assecondandola.
Quello che ho tentato di fondare non è un ordine deciso a priori, ma una complessità che si è andata a strutturare seguendo un’andatura insita alla natura interna delle cose che ogni tanto subisce uno sconquassamento per poi riassestarsi in un’altra forma.
Questo capitolo descrive uno ad uno come queste opere-involucri siano cambiate nel corso degli anni. A partire dalla prima, la “Diarioteca” fino ad arrivare al “Sitomente”, queste entità hanno creato un sistema nato da un susseguirsi di cose determinate da casualità, eventi e necessità. Cose che sono diventate delle vere e proprie presenze, corpi, figure antropomorfe. Come fossero un gruppo di personaggi, connessi l’un l’altro in un rapporto corale, arrivati ad abitare insieme a me (o sono io che abito loro?) il mio microcosmo.
 
(Scritto nel 2021)
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Disegno fatto dallo zio Sandro e scritto da mia madre per l’invito alla festa di Carnevale dove mio padre faceva il burattinaio e lo zio Mario dipingeva le scenografie, Milano 1969